Protesta nazionale per il riconoscimento della LIS e dei diritti delle persone sorde e sordo cieche

L’Ente Nazionale Sordi - Onlus ancora una volta torna in piazza per manifestare contro l’immobilismo delle Istituzioni. La nostra vita, la vita delle persone sorde, sordo cieche e con disabilità uditiva più o meno grave fa i conti ogni giorno con le invisibili barriere della comunicazione e della relazione.

La discriminazione è una inseparabile compagna:

- del bambino a scuola, laddove mancano servizi di sostegno e di assistenza alla comunicazione;

- del giovane che più si avvicina ai gradi di istruzione superiore e più trova difficoltà, fino ad arrivare alla lontana meta dell’Università, dove sono carenti o del tutto assenti servizi di assistenza e interpretariato, e possibilità di interagire senza barriere con i propri coetanei;

- dell’adulto costretto a lottare per ottenere un lavoro, per guardare un programma in TV, per avere accesso a informazioni in una stazione ferroviaria, in un pronto soccorso, in un ufficio pubblico.

- delle donne che a causa della sordità subiscono una maggiore e continua emarginazione sociale;

- degli anziani che vengono posti ai margini della società;

- delle persone sordo cieche e/o con disabilità multipla, che solo grazie alle famiglie e alle Associazioni riescono a condurre una vita degna di questo nome.

Barriere che potrebbero essere notevolmente diminuite o eliminate rendendo operativo uno strumento legislativo di cui l’Italia si è dotata più di cinque anni fa: “Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità”, ratificata con L. 3 marzo 2009, n. 18. Un documento di fondamentale importanza, che prevede azioni per il riconoscimento, la tutela, promozione e diffusione delle lingue dei segni degli Stati che, come l’Italia, l’hanno resa propria con una Legge dello Stato.

Per uscire da un vergognoso stallo in cui il nostro Paese versa da molti anni, ben da prima della ratifica della Convenzione ONU, l’ENS nel mese di ottobre 2013 ha presentato la Proposta di Legge “Disposizioni per la rimozione delle barriere della comunicazione, per il riconoscimento della LIS, della LIS tattile e per la promozione dell’inclusione sociale delle persone sorde e sordo-cieche”.

Nel testo si prendono in considerazione tutte le diverse esperienze di vita, scelte familiari e la complessità della sordità, affermando innanzitutto il principio della libertà di scelta: le persone sorde e le loro famiglie hanno il diritto di scegliere la modalità di comunicazione e di accesso alle informazioni che prediligono, nel pieno rispetto della loro autonomia e identità.

Cosa chiediamo? Semplicemente che vengano sostenuti, tutelati e diffusi tutti gli strumenti per la comunicazione, gli ausili e le metodologie che garantiscono azioni di prevenzione e cura, integrazione e autonomia, nel rispetto delle scelte di persone e famiglie: screening neonatale, protesizzazione precoce, bilinguismo, metodo oralista, riconoscimento e promozione della Lingua dei Segni Italiana (LIS) e LIS tattile.

La Proposta, sostenuta da diverse forze politiche e depositata con diversi testi alla Camera e in Senato – tra cui C.1745, C.1817, C.2239 e S.1151 – non è ancora, a un anno di distanza, neanche stata esaminata dalle Commissioni cui è assegnata (alla Camera la XII Commissione Affari Sociali). Al fine di sensibilizzare le Istituzioni e l’opinione pubblica, l’ENS ha altresì organizzato una conferenza di presentazione il 31 gennaio 2014 dal tema “Obiettivo LIS. Un progetto di legge, un progetto di vita per l’abbattimento delle barriere della comunicazione” svoltasi presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari, con il patrocinio del Senato e della Camera dei Deputati.

Le migliaia di persone che soffrono in Italia di disabilità uditiva si rendono a questo punto conto che per cambiare lo stato di cose l’unica arma che ci resta è quella della protesta in Piazza.

Abbiamo per questo proclamato uno stato di agitazione e mobilitazione per esprimere con fermezza la nostra delusione e rabbia per quello che appare essere un vero e proprio accanimento discriminatorio contro il diritto alla comunicazione e alle pari opportunità per le persone sorde.

Negli Stati dell’Unione Europea sono oltre 30 le lingue dei segni in uso e la maggior parte dei Paesi negli anni si è dotata di strumenti legislativi nazionali volti a tutelare, studiare, promuovere e diffondere le rispettive lingue dei segni.

Le lingue dei segni sono riconosciute a livello costituzionale in Austria, Finlandia, Portogallo e Ungheria e tutelate con diversi provvedimenti legislativi in Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia.

Gli Stati in cui mancano riferimenti certi al riconoscimento e tutela delle lingue dei segni sono Italia, Lussemburgo e Malta (fonte “Sign Language Legislation”, IIed, 2012, European Union of the Deaf).

Sappiamo tutti che l’Italia ha in questi mesi la Presidenza di turno del Semestre Europeo presieduto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, e nel programma leggiamo che “La Presidenza italiana promuoverà altresì la piena attuazione del principio di non discriminazione [...] in applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale”, considerato che “I diritti umani e le libertà fondamentali saranno al centro della Presidenza italiana, in quanto rappresentano la pietra angolare della costruzione europea e l’elemento caratterizzante la nostra identità condivisa”.

I numerosi documenti europei tra cui la Carta dei Diritti Fondamentali, il Trattato Europeo per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, le Risoluzioni del Parlamento Europeo del 17 giugno 1988 e del 18 novembre 1998, i documenti internazionali quali la Risoluzione ONU 48/96 del 20 dicembre 1993, la già richiamata Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità (L. 18/2009) nonché gli articoli 3 e 6 della Costituzione Italiana, tutti richiamano il principio del diritto all’accessibilità, alla comunicazione e il riconoscimento delle lingue dei segni.

L’ENS chiede che vengano accolte le richieste che giungono dal cuore di migliaia di persone con disabilità uditiva affinché siano finalmente garantiti equità nell’istruzione, pari opportunità nel lavoro, inclusione sociale e accessibilità nella vita quotidiana.

RICONOSCETE IL NOSTRO DIRITTO DI COMUNICARE,
RICONOSCETE LA NOSTRA DIGNITÀ!

Share