L'ENS partecipa alla Tavola rotonda "Quale riforma per il Servizio Civile Nazionale"

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Il 20 marzo 2012 il Vice Presidente ENS Francesco Bassani, con delega ai temi Lavoro e Servizio Civile, e Amir Zuccalà per l'Uff. Progetti della Sede Centrale, hanno preso parte alla Tavola rotonda "Quale riforma per il Servizio Civile Nazionale: proposte a confronto", svoltasi a Roma presso la Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L'evento è stato coordinato da Luca Liverani, giornalista dell'Avvenire, ed hanno partecipato al dibattito: Andrea Riccardi, Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione con delega al Servizio Civile Nazionale, Carlo Amedeo Giovanardi, Senatore Popolo delle Libertà, Erica Rivolta, Deputata Lega Nord Padania, Marina Sereni, Deputata Partito Democratico, Lorena Rambaudi, Coordinatrice della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, Licio Palazzini, Presidente della Consulta nazionale per il servizio civile, Silvia Conforti, Rappresentante nazionale dei volontari in servizio civile.

Cogliamo intanto l'occasione per ringraziare la Presidenza del Consiglio e l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC) per aver messo a disposizione il servizio di interpretariato LIS, anche se abbiamo dovuto penare per ottenere ciò che in verità riteniamo debba essere un diritto, soprattutto in un contesto in cui si affrontano temi così rilevanti per il sociale e il terzo settore.

La tavola rotonda non prevedeva interventi da parte della platea, ovvero delle numerose associazioni presenti che hanno partecipato con grande attenzione e in attesa di qualche rassicurazione, in virtù dei rischi che tale storico istituto sta correndo, poiché i fondi stanziati diminuiscono drasticamente ogni anno. Rassicurazioni in realtà non ne abbiamo colte e lo stesso Ministro non ha potuto evidentemente dare risposte certe in merito al ri-finanziamento del servizio civile.

Come si evince da parti del comunicato dello stesso UNSC "lo stesso ministro Riccardi, ha ritenuto "paradossale che questa straordinaria esperienza italiana, che è stata analizzata e posta tra le buone pratiche, in numerosi studi comparati a livello europeo, proprio per la capacità di inserire i giovani nel vivo della società italiana, possa essere messa in crisi".

Il Ministro ha inoltre evidenziato che "Ora, questo prezioso strumento di cittadinanza, che molti Paesi europei ci invidiano, rischia di scomparire a seguito dei tagli effettuati dal 2008 ad oggi, che hanno comportato la riduzione del numero dei volontari avviati al servizio dai 45.890 del 2006 ai 15. 939 del 2011. Gli stanziamenti in soli 5 anni sono diminuiti passando dai 296 milioni di euro, per l'anno 2007, ai 68,8 milioni di euro per l'anno in corso. Di conseguenza, l'avvio al servizio dei volontari selezionati per il bando 2011 e avviati al servizio nell'anno 2012, comporta non solo l'utilizzazione dell'intero stanziamento dell'anno in corso, ma anche l'impegno di 40 dei 76 milioni di euro previsti per il 2013. E' chiaro che, se tale limitazione divenisse la norma significherebbe limitare non poco la portata innovativa del Servizio Civile che si caratterizzerebbe sempre più come un'offerta rivolta solo a pochi."

E che se non ci sarà una rapida inversione di tendenza "non potrà essere emanato l'avviso per selezionare i volontari del 2013". Gli interventi degli altri relatori presenti hanno dal canto loro in sostanza espresso la necessità di avviare una seria riforma del servizio, mantenendone il carattere nazionale - ad eccezione dell'On.le Rivolta, che ha messo l’accento sulla trasformazione dell’istituto attuale in servizio civile regionale, maggiormente connesso alle esigenze dei territori -, arrivando a una stabilità e continuità nei finanziamenti, e ipotizzando l'avvio di un tavolo tecnico interministeriale tra Welfare ed Economia per salvare il servizio civile. Ci sembra peraltro che la Rivolta sia stata l'unica ad avanzare proposte concrete, non sempre condivisibili e per certi versi provocatorie come da lei stessa ammesso, ma proposte.

L'eccessiva burocratizzazione del servizio, la complessità della progettazione e l'onerosità nella gestione dei progetti, l'assenza di risorse finanziarie, la mancanza di un tetto limite per l'assegnazione di volontari agli enti (pochi volontari assegnati a pochi enti) ha fatto sì che l'ENS stesso investisse sempre meno in tale servizio. Auspichiamo - e l'ENS invierà i propri specifici suggerimenti - che nella riforma possano essere ascoltati tutti gli enti e che si possa far tesoro di tutte le esperienze al fine di arrivare a un servizio civile nazionale efficiente e funzionale, per la crescita dei giovani e per il mondo dell'associazionismo.

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