VITERBO, Sordità': Tavolo di lavoro tra ENS e Istituzioni per andare oltre le barriere

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Il fanciullo con handicap sensoriale al centro del percorso educativo. Con questo intento si sono riuniti ieri intorno al primo tavolo di lavoro sul tema "Sordità, diritti e servizi: l'assistente alla comunicazione nella scuola", con il fine di promuovere pari opportunità di diritto allo studio per tutti i cittadini, la sezione provinciale dell'Ente Nazionale Sordi di Viterbo, lo Sportello sulla sordità dell'ISSR, la Provincia di Viterbo e l'Ausl, presso la sala conferenze di Palazzo Gentili.

Scopo del Tavolo di lavoro tematico è quello di dare vita a una rete territoriale interistituzionale intorno al problema della sordità, con particolare attenzione al diritto all'istruzione, all'integrazione e alla comunicazione. Presenti all'iniziativa, suddivisa in una sessione mattutina aperta al pubblico, e in una pomeridiana di approfondimento, Federica Miralli presidente ENS Viterbo, Benedetta Marziale in rappresentanza dell'ISSR, Enza Campana Assistente alla Comunicazione udente, Cecilia Ruggeri educatrice sorda, Alessandra Rossini, Paolo Bianchini assessore alle Politiche sociali della Provincia di Viterbo, Daniele Sabatini assessore alle Politiche sociali del Comune di Viterbo, nonché i rappresentanti dell'Ufficio scolastico regionale di Viterbo, Dafne Prisco responsabile della Consulta provinciale per la disabilità, e Alessandro De Luca Segretario della Sezione provinciale ENS di Roma.

Numerosi gli interventi specialistici che si sono susseguiti che hanno individuato due strumenti fondamentali come viatico per il buon inserimento dei bambini sordi nel tessuto sociale. Da una parte l'azione delle Istituzioni che con l'avvio della Legge 104 del 1992 ha stabilito i principi generali dell'ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e assistenza della persona handicappata. Tuttavia "anche se in tutta Europa ce la invidiano" – afferma Alessandro De Luca Segretario della Sezione provinciale ENS di Roma – "non sempre questo strumento si rivela essere nel concreto adeguato e preciso". Il problema sembra infatti risiedere nell'individuazione del soggetto che deve erogare i fondi necessari a espletare i servizi. In pratica se a livello legislativo e teorico le tutele non mancano, all'atto pratico sembrerebbe che esistano alcuni deficit nella catena di costruzione del servizio.

Dall'altra parte, nella mattinata si è a lungo parlato di una figura fondamentale, per il bambino, per la scuola e per le famiglie. Si tratta dell'assistente alla comunicazione. Svolge un ruolo di raccordo di grande importanza e accompagnamento non solo nei processi di apprendimento del bambino sordo, ma anche di aiuto e assistenza per le famiglie che possono chiedere informazioni sui processi educativi, essere a loro volta seguite e rassicurate. Non da ultimo l'assistente alla comunicazione, come ha spiegato Giulia Neri Coordinatrice del Servizio presso la Sezione ENS di Roma svolge un ruolo importante nell'apprendimento di tutta la classe "studiare di più, significa studiare meglio" – ha detto – "la presenza di un assistente alla comunicazione è un valore aggiunto per tutti".

L'attenzione nei confronti del fanciullo è stata espressa con grande forza da Federica Miralli, Presidente della Sezione Provinciale ENS di Viterbo. "Spero che il mio intervento sia concreto per i bambini" – ha detto – "il loro futuro nelle scuole è fondamentale, ed è per questo che l'approvazione del Servizio deve avere il suo corso" ha aggiunto. Infatti, la provincia di Viterbo è l'unica in tutto il Lazio a non avere avuto ancora approvato il Servizio di assistenza alla comunicazione per mancanza di fondi, provocando molti disagi presso le famiglie. "Non importa se ci sono 17 bambini nella provincia – ha proseguito Miralli – potrebbero essercene anche solo due o uno, i diritti vanno assicurati a tutti" ha concluso.

A confermare il suo intervento, le testimonianze di due genitori. La mamma di Alessandro, un bambino di due anni che nonostante l'impegno dei genitori nella ricerca di assistenza presso le istituzioni deputate sia a Viterbo che a Roma, in un anno non sono riusciti a vedere ancora riconosciuto il diritto del loro bambino ad avere l'assistente alla comunicazione. "Il silenzio di mio figlio non è stato ascoltato da nessuno", ha detto in conclusione della sua testimonianza.

Infine, il papà di Daniele, un ragazzo di 12 anni che ha avuto una storia più fortunata. Ottime cure, logopedia, assistente alla comunicazione, integrazione scolastica ineccepibile. Tutto questo a Roma, dove vive. Separato dalla sua famiglia.

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