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SARDEGNA

SARDEGNA, La Cavalcata Sarda e I Sordi

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Il 19 maggio 2013 è andata in scena a Sassari " la Cavalcata Sarda", la sfilata di un popolo, quello sardo.

La festa ha origini lontane nella storia di Sassari, essa risale al 1711 e fu una "cavalcata" in onore di Filippo V di Spagna, dove Sassari fece sfilare nel suo palcoscenico settecentesco, i costumi con il suo fascino misterioso e allo stesso tempo pieno di Fermatasi vitalità e di vita.

LA CAVALCATA SARDA E I SORDI

La nobiltà di quel tempo fu
sbalordita da tanta bellezza.  Nel 1899
la Cavalcata fu fatta sfilare in onore di Umberto I e della Regina Margherita
di Savoia, giunti a Sassari per l'inaugurazione del monumento a Vittorio
Emanuele II , eretto in piazza d'Italia.

Da quella data la "Cavalcata Sarda" è diventata un appuntamento annuale "mobile"
che segue la celebrazione religiosa della "Pentecoste", generalmente nel mese
di maggio. Bisogna tenere d'acconto che in alcuni anni , per motivazioni di
vario genere la "Cavalcata Sarda" non è stata fatta sfilare.

La Cavalcata Sarda, negli anni si è arricchita di quasi tutti i gruppi
folkloristici della Sardegna in un tripudio di Costumi e di colori che fanno da
contraltare a un campo fiorito con tutti i colori dell'arcobaleno. Sfilano i
costumi delle feste e delle spose impreziositi di filigrane d'oro che sono dei
veri capolavori d'arte incisoria, che la bellezza dei visi delle " madonne "
sarde rendono i gioielli sublimi nella loro essenzialità.

Le maschere tragiche dei Mamuntones di Mamoiada, che sfilano in quel carnevale,
seguite dal rumore sordo di millenni dei campanacci che si portano come un
basto di dignità . Il passo stanco e ritmato diventa il suono della malinconica
solitudine delle maschere tristi.

Gli Issohadores , di Mamoiada, la forza e la fierezza dell'uomo che combatte con
l'animale da catturare col suo "laccio di cuoio", forza e abilità  per superare la forza bruta della bestia.

Che dire dell'abilità dei cavalieri, che danzano su groppe di Cavallo ,
cavalcandolo a pelo fino a diventare un tutt'uno con il cavallo, anche il
sudore è simbiosi. Vederli cavalcare nelle figure di abilità ne segnano la
spettacolarità e il disprezzo per il pericolo fino a rasentare l'incoscienza.
Il palcoscenico di questi intrepidi cavalieri è : il tempo e l'aria in cui si
immergono per diventare memoria.

Si rimane di stucco ascoltando il suono antico e la melodia ancestrale delle
launeddas, il cuore ritma le note di queste canne sonore che tremano nelle
fibre del legno.

I Sordi ringraziano il Sindaco della città di Sassari, Dott. Gianfranco Ganau per
l'attenzione e la sensibilità dimostrata nei confronti dei sordi perché si
sentano partecipi della società più vasta. Prima dell'arrivo della cavalcata in
Piazza d'Italia Il Sindaco ha salutato con l'affabilità che gli è consueta
tutto il gruppo dei sordi.

Grazie all'Amministrazione Comunale, se oggi i sordi sono a conoscenza di questo
spaccato di storia sociale, della bellezza dei costumi e della loro
provenienza; il tutto è stato magistralmente stradotto nella lingua dei segni
Italiana – LIS – da Fara Simonetta che si è disimpegnata benissimo nelle righe
della storia dei gruppi folkloristici.

Già da due anni Il Consiglio Provinciale di Sassari, da'l'opportunità a un gruppo
di Sordi – quest'anno vi hanno partecipato in trenta - di ammirare questo splendore
del folklore sardo, grazie ai posti che il Comune hanno riservato loro nelle
tribune di Piazza D'Italia.