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Inclusione lavorativa: l’ENS partecipa all’incontro “Disabilità, integrazione, tecnologie”

unicredit-milano

Milano 1 dicembre – Il Vice Presidente ENS Francesco Bassani, responsabile dell’Area Lavoro, ha preso parte all’incontro “Disabilità integrazione, tecnologie - Progetti e racconti di ordinaria inclusione” svoltosi presso UNICREDIT, sede di Via Tommaso Grossi 10 a Milano.

L’evento, reso accessibile in Lingua dei Segni Italiana, tra i diversi interventi ha fornito il resoconto dell’esperienza UniCredit “Caring for People: una banca accessibile per le Persone e per i Cittadini”. Un’esperienza importante e innovativa che l’azienda sta portando avanti, illustrata anche nel corso del convegno dedicato all’inclusione lavorativa organizzato dall’ENS il 29 ottobre u.s..

Di seguito riportiamo per esteso un articolo pubblicato sul Corriere della Sera che fornisce un quadro dettagliato dell’evento.

(fonte: http://sociale.corriere.it/job-stations-disabili-reinseriti-nel-mondo-del-lavoro-grazie-alla-tecnologia/)

2 dicembre 2015

Job stations, disabili (re)inseriti nel mondo del lavoro grazie alla tecnologia

di Chiara Samorì

MILANO - «Nei periodi più critici ricordo di aver passato intere giornate sdraiato sul letto a non pensare a nulla. Poi un giorno, su consiglio della mia psichiatra, mi sono iscritto a un corso di Excel presso la Fondazione Bertini dove i formatori erano dipendenti di Accenture. Ho fatto notare le mie capacità, sono stato contatto per un colloquio e sono stato scelto tra gli altri candidati per iniziare un tirocinio. La mia vita ha subito un profondo cambiamento, ora ho uno scopo preciso che mi aiuta a uscire di casa, ho riconquistato ritmo e capacità che ritenevo perse». Cristiano Bianchini è appassionato di informatica, ha 42 anni ed è riuscito a sconfiggere le catene invisibili della depressione da quando ha trovato occupazione come telelavoratore grazie al progetto Job Stations.

Angelo Abeni, invece, lavora in Unicredit, è sordo ed è bilingue: conosce l’italiano e la lingua dei segni italiana (Lis). Grazie al progetto “Informati” ora è un formatore che insegna educazione bancaria a chi ha i suoi stessi problemi uditivi, per aiutarli a essere più consapevoli nella gestione finanziaria.

Raccontiamo queste storie alla vigilia della Giornata internazionale dedicata alle persone con disabilità, in programma il 3 dicembre. Quelle di Cristiano e Angelo sono solo due dei tanti esempi virtuosi di inclusione della diversità, di cui si è parlato alla conferenza stampa organizzata dall’associazione italiana per la direzione del personale (Aidp) insieme ad Accenture e Unicredit. Dal reinserimento al lavoro delle persone con disagio psichico con il progetto Job stations di Accenture alla creazione della banca accessibile di Unicredit: le storie di inclusione e integrazione delle persone con disabilità rivelano un denominatore comune, la tecnologia.

Il CASO DI ACCENTURE

Il progetto si chiama Job stations, è nato nel 2012 e offre alle persone con invalidità psichica l’opportunità di essere reinserite nel mondo del lavoro in modo graduale. Accenture, società di consulenza globale, lo ha sviluppato insieme a Club Itaca e Fondazione Bertini, creando centri di telelavoro assistito con sedi a Milano e Roma. In poche parole un lavoro a distanza, possibile anche grazie alla tecnologia. «Il problema dell’accessibilità» spiega Francesco Baglioni, direttore di Club Itaca e coordinatore Job stations «in questi casi non è legato ad aspetti sensoriali, ma al doversi adattare a un sistema, che ha le sue regole e un proprio livello di stress e pressione. Il lavoro a distanza funziona perché i telelavoratori non si relazionano fisicamente con i loro colleghi, ma sono tutti i giorni in un’azienda, con spazi comuni, mense e ufficio. I compiti da svolgere sono chiari, c’è silenzio e le regole sono condivise da tutti. Lavorano, ma lo fanno in uno spazio protetto».

Nei Job stations si svolgono lavori di digitalizzazione dei documenti, rassegna stampa, contabili, amministrativi e informatici, che richiedono azioni ripetitive e poco discrezionali. L’impiego viene adattato alle esigenze della persona che, dopo un tirocinio formativo, è inserita al lavoro con un contratto a tempo determinato. Dall’anno di nascita del progetto, otto diverse realtà, tra cui Accenture, Humanitas e Unicredit, hanno assunto 28 telelavoratori e altri otto sono pronti ad entrare all’inizio del 2016. I centri sono a disposizione di tutte le aziende che desiderano adempiere a un obiettivo legislativo, aderendo a un progetto di responsabilità sociale d’impresa. «La nostra volontà è quella di condividere l’esperienza di Job stations» ha detto Paolo Galletti, direttore del personale di Accenture «coinvolgendo un numero sempre maggiore di aziende che desiderano contribuire alla crescita di questa iniziativa».

IL CASO UNICREDIT

Unicredit ha puntato su tecnologia e formazione. Il gruppo bancario ha deciso di confrontarsi con i propri clienti a partire dal concetto di inclusione, in un quadro di responsabilità sociale d’impresa. «La tecnologia può valorizzare il potenziale dei colleghi con disabilità» spiega Emanuele Recchia, responsabile Relazioni industriali, politiche del lavoro e risorse umane in Unicredit «può aiutare a sfruttare delle specifiche competenze che possono portare ricchezza al territorio». Qualche esempio? «I dipendenti non vedenti e ipovedenti hanno sul loro computer due software, uno di sintesi vocale e uno zoom test» racconta Francesca Bonsi Magnoni di Unicredit «i colleghi sordi, invece, hanno uno skype interno, possono chattare e dialogare attraverso la labiolettura o la lingua italiana dei segni. In Sicilia, alcuni dipendenti, hanno potuto usufruire del telelavoro. Mentre per quanto riguarda la formazione sono stati fatti corsi online sulla disabilità motoria, uditiva e visiva per sensibilizzare tutti i colleghi normodotati sul tema della disabilità».

«Siamo la prima e unica banca che organizza assemblee del personale per colleghi sordi» precisa Emanuele Recchia, responsabile Relazioni industriali, politiche del lavoro e risorse umane in Unicredit «in Italia, solo nel 2014, abbiamo formato 2500 colleghi sulla diversità e l’inclusione». Accanto a queste iniziative, Unicredit ha sviluppato diversi progetti. “Si può” è uno di questi. Con l’ausilio di tecnologie assistite, i dipendenti ipovedenti e non vedenti lavorano per il recupero della clientela morosa attraverso il contatto telefonico. Con il progetto “Informati” invece, sono stati formati colleghi sordi per fare educazione di tecnica bancaria ai cittadini e ai colleghi con gli stessi problemi uditivi. Infine, con “Unicredit carta etica”, in dieci anni sono stati raccolti quasi 14 milioni di euro per finanziare 350 progetti di solidarietà. «Grazie al contributo di alcuni colleghi disabili» conclude Recchia «abbiamo creato prodotti e servizi fruibili da tutta la clientela e la tecnologia è stata determinante».