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Gli allievi del Magarotto di Padova scrivono all'On. Di Centa

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Gentile Onorevole Manuela Di Centa, siamo gli studenti sordi dell’ISISS ITCG "Magarotto", sede di Padova. Abbiamo saputo della riunione della VII Commissione Permanente tenuta il 1 febbraio scorso, al cui interno si è discusso di "piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva".

La nostra scuola specializzata, al cui interno si pratica la comunicazione totale, cioè l’utilizzo della lingua verbale vocale assieme alla Lingua Italiana dei Segni e ad altre moderne metodologie comunicative, è l’esempio lampante di come la LIS non porti affatto alla nostra esclusione dalla società (come leggiamo nella Sua relazione), o ci releghi in un ghetto (come hanno invece sostenuto gli onorevoli La Torre e Goisis). Siamo davvero stanchi di vedere persone che non hanno mai vissuto il nostro problema uditivo e dimostrano di conoscere poco i problemi di comunicazione legati alla mancanza di udito, lasciarsi andare ad affermazioni tanto superficiali nella forma e tanto inesatte nella sostanza. La LIS è la nostra lingua madre, quella che apprendiamo dai nostri genitori se sono anch’essi sordi o che impariamo non appena veniamo a contatto con la nostra comunità. Usare la LIS non significa affatto rifiutare la lingua della maggioranza, cioè l’italiano. Noi, infatti, siamo tutti bilingui: parliamo la lingua verbale vocale ogniqualvolta veniamo a trovarci in relazione con i nostri professori e con i nostri educatori. Usiamo continuamente l’italiano negli incontri sportivi con gli udenti, nel turismo, nei rapporti con le Pubbliche Amministrazioni e in tutti gli altri momenti di integrazione e sinergia con il mondo esterno. Molti di noi hanno frequentato e frequentano l’Università, nella quale l’interpretariato non elimina, né svuota di contenuti, l’uso dell’italiano per l’accesso alle fonti del sapere. Guardiamo i film sottotitolati in italiano, leggiamo i giornali, consultiamo il Web, studiamo sui libri, scriviamo poesie e realizziamo video. Altro che relegati nel ghetto! Quello che vogliamo farLe capire è che il riconoscimento pieno della dignità di lingua alla LIS non solo è un elementare riconoscimento dei diritti delle minoranze (così come già avviene nel nostro Paese per il tedesco, lo sloveno, ecc.) ma costituisce anche la valorizzazione del patrimonio culturale di una comunità, attestato dagli studi del CNR (si leggano i lavori di Virginia Volterra e di molti altri) e dall’orientamento legislativo prevalente nei più importanti Paesi occidentali (a partire dagli Stati Uniti, dove l’ASL è riconosciuta come lingua minoritaria e adeguatamente tutelata). Questa, d’altra parte, è anche la posizione ufficiale dell’ENS che Vi è stata ribadita, a quanto ci risulta, con una nota del 31 gennaio 2012, che afferma l’impegno dell’Ente per la tutela del principi o di libertà di scelta del metodo di comunicazione. Concludiamo questa lettera raccomandando a Lei e ai Suoi colleghi di non affrontare con un’ottica errata questa delicata questione. Se Vi interessa approfondire in modo più concreto il nostro punto di vista, saremo ben lieti in qualsiasi momento di essere presenti ai lavori della Commissione portando il nostro contributo alla stesura di un testo normativo che tenga conto delle istanze e delle aspettative della stragrande maggioranza dei sordi italiani. Ci sembra che dare ascolto alle idee degli interessati, soprattutto se sono giovani come noi che rappresentano dunque il futuro, sia una base di partenza imprescindibile per ogni decisione. Con i nostri più cordiali saluti ed auguri di proficuo lavoro.

Gli allievi dell’ISISS ITCG Magarotto di Padova