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L’ENS interviene in materia di accessibilità RAI e reti TV private

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In qualità di Presidente dell’Ente Nazionale Sordi – Onlus (ENS) mi trovo di nuovo a dover esprimere e rappresentare il forte disagio che le migliaia di persone con disabilità uditiva vivono per l’assenza di accessibilità e fruibilità della programmazione della TV di Stato.

Rammento che il nostro Ente, che ex lege 12 maggio 1942, n. 889 e 21 agosto 1950, n. 69, rappresenta e tutela i diritti delle persone sorde in Italia, ha sempre offerto la propria disponibilità e collaborazione al fine di monitorare la qualità e quantità dei servizi di sottotitolazione e interpretariato in Lingua dei Segni, ma gli stessi risultano ancora decisamente inferiori agli standard presenti in altri paesi Europei.

Solo una minima percentuale dei canali RAI offre servizi per l’accessibilità; la sottotitolazione ove presente, soffre di errori di sincronizzazione, scarsa qualità, contenuti imprecisi; assenza di sottotitolazione live; scarsa presenza di programmi accessibili ad alto valore educativo e culturale, mentre vengono privilegiati programmi di medio livello e intrattenimento popolare; i servizi di traduzione in Lingua dei Segni sono decisamente insufficienti e relegati per lo più a qualche edizione del telegiornale; accade ancora che ove presenti persone sorde in TV non sia garantita la presenza dell’interprete.

A solo titolo esemplificativo, ma gli esempi sono numerosi e ci vengono segnalati ogni giorno da cittadini sordi in tutto il Paese, si allegano alcune foto scattate a una TV che trasmette un programma per bambini su RAI Gulp mentre scorrono sottotitoli relativi alla vicenda della morte di Stefano Cucchi. Non ritengo sia necessario commentare oltre.

L’ENS ha peraltro impiegato tempo e risorse negli ultimi due anni a supportare la Commissione per la Vigilanza RAI, con audizioni, contatti, redazione di documenti, impegnata a migliorare lo schema del Contratto di Servizio tra la RAI e il Ministero dello Sviluppo Economico concernente il triennio 2013-2015.

Abbiamo formulato proposte e lavorato al testo, sulla cui redazione finale abbiamo comunque espresso diverse riserve, ma che ha indubbiamente segnato alcuni miglioramenti significativi rispetto alla precedente redazione; eppure del contratto 2013-2015 non si hanno più notizie.

Ciò premesso, ribadiamo nuovamente che l’accessibilità ai contenuti della TV di Stato non appare ancora rispondere alle esigenze reali delle persone sorde, soprattutto se si inserisce l’Italia in uno scenario europeo: basti pensare alle linee guida della Gran Bretagna che da anni garantiscono l’accessibilità totale della programmazione televisiva di Stato, sia per quantità che per qualità insufficiente della programmazione accessibile in lingua dei segni e/o sottotitoli.

La relazione del 30/04/2014 di OFCOM, l’organismo di vigilanza in UK, riporta il numero di 76 canali che offrono servizi di accessibilità, che rappresentano oltre il 90 % della TV totale; nel report del 30/05/2015 Ofcom analizza tra l’altro i miglioramenti nell’abbattimento della latenza e controllo della velocità della sottotitolazione live. Dal 2005 l’accesso che ciascuna emittente è tenuta a soddisfare aumenta ogni anno, in Italia questo non avviene, né per le reti private né per la TV di Stato.

I cittadini sordi possono leggere sul sito web del Ministero dello Sviluppo Economico che “la RAI - Radiotelevisione Italiana, è la società concessionaria in esclusiva del Servizio Pubblico radiotelevisivo. Ciò significa che deve garantire il raggiungimento di obiettivi di pubblica utilità: la promozione della libera espressione delle opinioni e la garanzia dell’accesso ai soggetti politici e sociali […].

La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, recepita dall’Italia più di sei anni fa, prevede che “al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati Parti adottano misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali.

L’ENS e le persone sorde chiedono solo il rispetto dei propri diritti di cittadinanza, che si possa accedere come tutti gli altri ai contenuti televisivi, con piene pari opportunità e reale inclusione sociale.

E nello specifico chiediamo:

- Più elevati standard di qualità nel servizio di sottotitolazione e progressiva estensione del servizio, comprendendo sia le reti generaliste che gli altri canali RAI.

- Ampliamento progressivo dei programmi tradotti in Lingua dei Segni.

- Traduzione in Lingua dei Segni di edizioni integrali del telegiornale, oltre alle edizioni brevi già presenti.

- Che i TG regionali lascino la fase della “sperimentazione”, presente sin dal contratto del triennio precedente, ed entrino a sistema nella programmazione regionale.

- Che la programmazione accessibile comprenda anche programmi rivolti ai minori, con specifici programmi accessibili in lingua dei segni ai bambini sordi.

- Che vengano inseriti nella programmazione rubriche, approfondimenti, spazi dedicati alla sordità e/o comunque gestiti dalle persone sorde stesse.

- Che venga meglio definita la concreta collaborazione delle Associazioni nell’ambito del sistema di monitoraggio che ha il compito di controllare quantità e qualità della programmazione accessibile.

- Avvio dell'iter legislativo per il progressivo inserimento della sottotitolazione e traduzione in LIS anche per gli operatori privati a partire da quelli nazionali. 

Rendendoci nuovamente disponibili a un confronto in merito con le modalità che riterrete più opportune, colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.

Il Presidente Nazionale ENS Giuseppe Petrucci

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