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Replica del Presidente Nazionale ENS all’articolo “Il Presidente della FIADDA Antonio Cotura il suo pensiero sulla LIS”

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In qualità di Presidente dell’Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei Sordi – Onlus, che tutela e rappresenta le persone sorde in Italia ex lege 12 maggio 1942, n. 889 e 21 agosto 1950, n. 69, con 106 Sedi Provinciali, 18 Consigli Regionali, 30 mila soci e 84 anni di attività - e che mi onoro di rappresentare - sento il dovere di replicare all’ennesimo attacco irrispettoso e fuori luogo sulla Lingua dei Segni, diffuso dal Presidente Fiadda Antonio Cotura, peraltro Segretario Nazionale della Federazione Nazionale Superamento Handicap (FISH), associazione che, per il semplice fatto di avere alcuni soci, per lo più familiari di sordi o audiolesi, come ama definirli, nei 40 anni di attività dichiarata non ha lesinato energie nel denigrare costantemente e pubblicamente le legittime richieste di cittadini sordi che hanno la sola pretesa di veder riconosciuta la loro  Lingua e garantiti tutti gli strumenti per l’abbattimento delle barriere della comunicazione.

L’accessibilità alla comunicazione ed all’informazione nel disbrigo delle pratiche quotidiane è spesso negata o ottenuta con grandi sacrifici personali dalle persone sorde e a questo stato di cose l’ENS reagisce con proposte, azioni e progetti, non con sterili lamentele.

Purtroppo a chi non vive sulla propria pelle la disabilità, qualsiasi progetto finalizzato a rendere autonoma la persona disabile fa paura, perché rende accessoria tutta la sovrastruttura che ruota intorno alla disabilità costruita, ahimè, a beneficio di pochi e non certo dei disabili.

Riferendosi alle persone sorde come “sordomute” e screditando sistematicamente la Lingua dei Segni - definita “cosiddetta lingua italiana dei segni”, “linguaggio lis”, “strumento comunicativo lis” – la Fiadda utilizza vecchie strategie mistificatorie e svilenti della dignità delle persone sorde.

Assistiamo alla consueta retorica di chi si ostina a parlare di cose che non conosce e che non ha esperienza di sordità sulla propria pelle e sono costretti ad assistervi tutti coloro cui vengono indirizzati tali lamentazioni. C’è una letteratura scientifica internazionale di oltre 50 anni sulle lingue segnate, tanto che ormai la LIS la conoscono e supportano anche cantanti e attori.

La Fiadda la conosciamo bene: in questi 40 anni di “attività” non ricordiamo una sola proposta costruttiva avanzata nei tavoli di lavoro comuni, un solo progetto, una minima volontà di condividere obiettivi e dialogare. Ma ricordiamo le tante campagne alimentate da una ferrea volontà di nutrire pregiudizi, paure, ignoranza e mancanza di rispetto per noi persone sorde e per la Lingua dei Segni, ostacolando con ogni mezzo, in primis mediatico, le richieste di pari opportunità e diritti civili ampiamente riconosciuti in altri Stati.

Questa volta se la prendono addirittura con attori e cantanti, forse perché realizzano qualche video in cui compaiono persone che la utilizzano o perché esprimono supporto a campagne di sensibilizzazione organizzate dalle persone sorde. Vorremmo ricordare che quella che viene definita “gara di buonismo” è la libera espressione di singoli cittadini i quali, testimoniando solidarietà e sensibilità, chiedono il semplice rispetto della Legge dello Stato n. 18 del 3 marzo 2009, con cui l’Italia ha ratificato e fatto propria la “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità”.

A qualcuno forse sono sfuggiti alcuni articoli di questo testo fondamentale, il cui obiettivo è “promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità” (art. 1).

La Convenzione ONU – esplicitando subito (art. 2) che per linguaggio si intendono “le lingue parlate e la Lingua dei Segni, come pure altre forme di espressione non verbale”, in diversi passaggi (art. 9 “Accessibilità”; art. 21 “Libertà di Espressione e Opinione, ed Accesso all’informazione”; art. 24 “Istruzione”; art. 30 “Partecipazione alla Vita Culturale, Ricreativa, al Divertimento e allo Sport”)-  impegna gli Stati a riconoscere, promuovere, tutelare, diffondere, facilitare l’utilizzo delle le lingue dei segni presenti nei Paesi che, come l’Italia, l’hanno ratificata.

Abituata com’è ad utilizzare nelle sue campagne denigratorie strategie e frasi ad effetto degne di una campagna di lancio di prodotti commerciali (es. la sordità non esiste più; il bambino sordo torna a sentire; salvati dal mondo del silenzio…), la Fiadda dimentica qualcosa: le persone e il loro diritto di scelta.

Noi persone sorde impariamo a convivere sin da piccoli e ad accettare la nostra disabilità. Ben vengano tutte le opportunità tecnologiche, gli ausili, i percorsi logopedici, ma questi sono tasselli di un unico grande progetto che è quello che ruota intorno alla PERSONA.

Nessuna soluzione esclude le altre, tutte rappresentano dimensioni, esperienze, scelte che si integrano e supportano la persona nel faticoso cammino dell’inclusione sociale. Il diritto di scelta è il principio che va garantito a tutti i cittadini, poiché ci consente di vivere liberamente la nostra vita. Ciò che è fondamentale è il rispetto della libertà individuale, perché la persona sorda possa essere innanzitutto autonoma di scegliere e di accedere all’informazione, alla comunicazione e a tutte le risorse e opportunità del vivere civile.

Queste persone parlano con orgoglio di Scuola, di Integrazione, a loro modo di vedere viviamo in una Società perfetta e a misura di persona disabile. Dichiarano di essere orgogliose dell’Italia: possiamo noi essere soddisfatti di uno Stato che non garantisce una adeguata sottotitolazione dei programmi TV e sufficiente traduzione in LIS? Che impedisce agli studenti sordi pieno accesso alla comunicazione a Scuola e all’Università? Che ancora non ha compreso che le nuove tecnologie per l’integrazione hanno sostituito i vecchi sistemi di comunicazione, quali il DTS, che non usa più nessuno? Che non ha nessuna garanzia di collocamento lavorativo, possibilità di formazione professionale paritaria, opportunità di carriera?

Noi, in quanto persone che vivono la disabilità sulla propria pelle, sperimentiamo quotidianamente esclusione e discriminazione sociale e chiediamo pari opportunità per tutti.

Riteniamo che occorra oggi più che mai mutare pensiero garantendo alle persone con disabilità la facoltà di determinare il proprio destino, ad avere rilevanza e priorità nelle scelte che riguardano le nostre vite, garantendo il diritto alla LIBERTÀ DI SCELTA DELLA COMUNICAZIONE.

La Fiadda non si riconosce e non appoggia nessuno dei testi di legge presentati in Parlamento per il riconoscimento LIS? Liberissima di farlo e di proclamarlo, per carità, ma per cortesia dia un segnale di cambiamento, cessi le campagne denigratorie.

Non chiediamo molto.

Inizi ad avere rispetto per gli altri, abbandonando, una volta per tutte, il pregiudizio che il riconoscimento di un diritto limiti la libertà di altri.